Target: La sicurezza delle costruzioni esistenti.

del Geom. Andrea Fava

“Rendere sicuri gli edifici esistenti”

Un tempo poteva sembrare impossibile, oggi finalmente il clima nel complesso mondo delle costruzioni in Italia è certamente cambiato.
Adesso abbiamo gli strumenti per farlo, c’è anche la Normativa che ci obbliga a farlo.
Ma saremo in grado di farlo?
L’esigenza di sicurezza vincerà sulla logica del guadagno?
Il terremoto è il vero nemico? Oppure il solo nemico?
Come si è costruito e/o ristrutturato sino ad oggi in Italia?
Il tempo delle scuse e delle truffe è giunto forse al tramonto, anche se la strada è molto lunga.
Provengo da tanti anni di direzione operativa e logistica di cantieri edili. Posso certamente affermare che gli strumenti per costruire in sicurezza, anche se diversi e forse di minore efficacia, esistevano da tempo.
La Normativa in passato lasciava spazio ad interpretazioni molto personali, si poteva progettare con margini di sicurezza inferiori, e forse anche questo ha contribuito al verificarsi di sciagure e catastrofi pagate a caro prezzo in termini di vite umane.
Ma il vero responsabile di crolli inspiegabili, di edifici che vengono giù al primo tremore, di pilastri che si sgretolano al solo contatto con un semplice sclerometro, il vero colpevole è l’uomo e l’incuria del suo operato, colposo o volontario.

Il progettista creava, lo strutturista armava, l’appaltatore dava in gestione, l’impresa costruiva.
In questi quattro passaggi ci sono i margini per guadagni incredibili, che in passato superavano anche del 400 / 500 % il costo di costruzione.
Allora, provate ad immaginare che il progettista sia andato poco o per nulla in cantiere, lo strutturista non abbia verificato la presenza di tutti i ferri da lui collocati nei punti importanti, l’appaltatore abbia ceduto i lavori con ribassi di oltre il 40%, ed infine l’impresa, per rientrare nei costi abbia risparmiato sul dosaggio del cemento, sugli inerti, sul quantitativo di acqua per meglio lavorare il calcestruzzo, sul ferro e su tutte la varie fasi e lavorazioni per la realizzazione della costruzione.
Ecco creata la perfetta miscela ad elevatissimo rischio sicurezza, dove nulla viene fuori, sin tanto che la terra non trema.
Adesso moltiplicate un caso simile a quello che abbiamo immaginato, per migliaia, forse centinaia di migliaia di casi simili (o più gravi) certamente presenti nel parco edifici della nostra nazione.
Immaginate, ma non sforzatevi troppo.
Guardate fuori dalla finestra.
Siete sicuri che l’edificio in cemento armato a fianco del vostro sia stato costruito bene, o almeno con criteri che garantiscono un minimo di sicurezza in caso di eventi sismici, e non solo?
Oggi abbiamo finalmente a disposizione un formidabile strumento che, se adoperato nel modo giusto, a mio giudizio, consentirà realmente di salvare tante vite umane.
La nuova Normativa Antisismica, entrata definitivamente in vigore nel 2009, con le relative linee guida operative, costituisce realmente una pietra miliare nella storia delle costruzioni, e non soltanto in Italia.
Probabilmente si può migliorare, perfezionare, integrare, ma la base di partenza è davvero notevole.
Adesso spetta a noi il compito di concretizzare i buoni propositi che, in termini strettamente numerici, sono racchiusi in questo nuovo strumento.
Probabilmente dovremmo spendere più soldi per “conoscere” non sulla carta, ma realmente l’edificio da consolidare, con indagini e prove mirate ed approfondite.
Certo, molte imprese di avventurieri o di speculatori potrebbero anche chiudere battenti, perché tecnicamente inadeguate o impreparate, oppure non in grado di produrre un POS oppure un DURC legalmente valido.
Certo, molti appaltatori, imprenditori, proprietari o costruttori dell’ultima ora subiranno controlli finalmente seri e mirati, anche economici, magari non potranno fare scappare i lavoratori in nero dalla porta di servizio dei cantieri, o spacciare per neo assunti operai che lavorano abusivamente da anni.
Sicuramente molti Professionisti e Progettisti passeranno molto meno tempo comodamente seduti nei loro studi Hi Tech, mentre dovranno trascorrere molto più tempo in cantiere, a controllare e verificare la perfetta realizzazione di quanto da loro ideato.
Sicuramente molti strutturisti, oltre a premere un tasto dei loro software, dovranno andare realmente in cantiere, verificare e magari fotografare l’esatto posizionamento qualitativo e quantitativo delle armature per la creazione delle strutture in cemento armato.
Certo, ci saranno meno cubetti creati ad hoc nelle centrali e da li schiacciati “virtualmente” con eccellenti risultati, magari si schiacceranno moltissimi cubetti di calcestruzzo reali fatti “in diretta” sul cantiere, sigillati e portati in laboratori autorizzati.
Finalmente tutti i collaudatori faranno sino in fondo il loro dovere, pretendendo la reale verifica sull’opera da collaudare e sulle singole componenti strutturali.
Sicuramente il Direttore dei lavori sarà costretto a comprare anche 4 paia di scarpe anti infortunistica all’anno, perché a forza di andare nei cantieri a controllare realmente i lavori ne sciuperà tante, ma tante paia.
Possiamo sperare che le Opere Pubbliche diventeranno dei veri modelli di perfezione realizzativa, e non più delle vacche da mungere a tutti i livelli, a danno dell’utente finale, e con gravissimi rischi sulla sicurezza dei fruitori.
Certo, forse un giorno mia figlia andrà a scuola in un liceo pubblico e tornerà a casa sana e salva, senza che il controsoffitto le sia cascato addosso.

Se tutto (o gran parte) di questo si realizzerà, probabilmente saremo circandati da edifici più sicuri di quelli che sino ad oggi abbiamo frequentato o dove abitiamo, e dal Belice a L’Aquila il sacrificio di tanta gente non sarà stato vano.

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